Apr. 1st, 2011

lycchy: (Giglio)
Ciao livejourmal,
oggi è il primo di Aprile, che giorno strano per scrivere questo post.
21 giorni fa è iniziato un vero inferno per un numero spropositato di persone. O meglio 22, perché diciamolo pure che le avvisaglie del disastro ci sono state già dal 10 marzo. Eravamo a lezione, eravamo in classe e ci sono state due scosse potenti. Ma in Giappone è talmente normale sentire un terremoto che addirittura la sensei ha continuato tranquillamente a scrivere sulla lavagna mentre noi italiani ci buttavamo su commenti che successivaente sarebbero stati definiti fuori luogo "Uh? Terremoto!" "Questo è forte, che figata!" Eh già... Addirittura la coreana di fronte a me non si era nemmeno accorta delle scosse... Era una normalissima giornata. Un giovedì tranquillo a cui è seguita una serata e una nottata tranquilla. Non mi ricordo nemmeno pù se quel giovedì ci fosse qualche programma degli Arashi in TV... boh, ho rimosso, i miei ricordi si sono fossilizzati unicamente sul giorno successivo, il famoso 11 marzo. Sarebbe dovuta essere una bella giornata costruttiva: avevo la mia prima lezione retribuita di italiano, una lezione di prova e poi di sera avrei finto di guardare l'ennesimo episodio di Bartender. Il tutto non dimenticando l'imminente esame di fine corso e la mole montagnosa di kanji da studiare.
E invece no.
Sono rimasta in dubbio fino all'ultimo se andare o meno a mangiare fuori con due compagni di classe, ma tempisticamente non sarei riuscita a tornare a casa in tempo per la prima lezione. Così ho preso giacca e borsa e sono salita sul mio treno alla stazione di Shibuya. Da sola, senza la mia amica Maddalena perché lei doveva andare a svolgere il suo baito. Arrivata a casa me la sono presa comoda, ho acceso il pc per controllare che non ci fossero modifiche dell'ora della lezione etc e intanto ero combattuta su cosa mangiare. Alla fine ho optato per cavolo e tonno, non avevo tutta sta voglia di cucinare e nemmeno tutta sta fame (che fosse un segno? Una premonizione? Era una giornata che percepivo strana sin dal risveglio)... Ho fatto appena in tempo a mandar giù l'ultimo boccone e l'ospite inattesa è arrivata. Alle 14:45 circa. All'inizio era una scossetta debole, come tante altre, ho proprio pensato "Che palle, di nuovo terremoto...", poi però qualcosa è cambiato. L'intensità delle scosse è salita gradualmente.
La casa ha iniziato ad oscillare tanto.
Le cose appoggiate su tavoli, armadietti etc hanno iniziato a cadere.
E in tutto ciò io ero paralizzata in mezzo alla stanza.
In tutti i libri di lingua giapponese c'è sempre un'unità che parla del terremoto. Sapevo come bisogna comportarsi in questi casi. Rifugiarsi sotto un tavolo, allontanarsi da cose cedevoli, da ante che possono aprirsi e far cadere cose, spegnere di corsa gas e altri apparecchi infiammabili...
Non ho mosso un dito. Ero lì in piedi in mezzo alla stanza, borsa alla mano perché alle 15:00 dovevo essere al caffè sotto casa a far lezione.
E' durata due minuti. Credo di aver staccato il cervello dalla spina, perché sono rimasta lì ferma ad aspettare. Cosa? Una delle due opzioni: o la fine del terremoto, o la fine e basta. Disfattista? No, realista. Sono 80 anni che il Giappone sta aspettando IL terremoto, quello che lo distruggerà. E in quei momenti non è stato difficile fare 2+2. In due mesi e mezzo non c'era mai stata una scossa altrettanto forte e paurosa. Ho davvero pensato "Fantastico Vale, ecco la fine del Giappone in diretta. Al concerto degli Arashi non sei entrata però ora hai un biglietto in prima fila per la cronaca nera mondiale. Che culo eh!"
Quando è finito sono uscita di corsa dalla casa.
Fuori i giapponesi stavano accucciati a terra in mezzo alle piazzette. Alcuni si coprivano la testa con le mani, c'erano bambini che piangevano...
E lì mi sono davvero chiesta se tutte le mie pappardelle mentali su IL terremoto non fossero poi così tanto lontane dalla realtà. I giapponesi mantengono SEMPRE la calma, la compostezza, il rigore, la faccia, in ogni situazione. E davanti ai miei occhi o c'era una landa di giapponesi atipici, oppure era successo davvero qualcosa di grosso.
Però anche il giorno precedente c'erano state delle scosse. In Giappone è normale. Per cui è stato naturale pensare "Che spavento, però è finita!".  Peccato che poco dopo sia arrivata la seconda scossa proprio mentre ero seduta al cafè con il mio allievo. Lui era molto zen "Ah, sì, un'altra scossa, fortine oggi eh! Anche in Italia ci sono terremoti?". A me non sembravano esattamente solo fortine... e credo nemmeno a tutti gli altri giapponesi presenti al cafè visto che praticamente tutti sono scappati fuori urlando.
La cosa che mi agitava era la copertura dei cellulari (entrambi) totalmente mancante. Già il giorno prima avevo chiamato casa avvertendo tutti che sì, c'erano state delle scosse, ma non c'era da preoccuparsi. Queste due però in confronto non erano paragonabili. E avevo visto che mia madre aveva tentato di chiamarmi ma mi era arrivato solo l'sms di servizio perché il telefono non prendeva. Ero più preoccupata per loro lì a casa in Italia attanagliati dall'angoscia per me che non per la mia stessa situazione. Devo ringraziare facebook. Per una volta si è rivelato l'unico mezzo efficace per ristabilire i contatti. Anzi, prima di tutto devo ringraziare che, sebbene sia saltata la copertura dei cellulari, internet abbia continuato a funzionare senza dare mai segni di cedimento.
Le scosse non si sono placate con la seconda. In tutto ciò, anche dopo essere tornata a casa, non avevo acceso la telefvisione. Perché ero ancora speranzosa che si trattasse di scosse insolite ma solo scosse.
Poi l'ho accesa e ho visto.
Sendai spazzata via dallo Tsunami.
Chiba allagata o in preda agli incendi.
Allarme tsunami costante in tutte le coste giapponesi.
Scosse ad intervalli minori di 5 minuti nella maggior parte del paese
I primi dubbi sullo stato delle centrali nucleari.
E la prima scossa calcolata come magnitudo 8.8 (portata poi a 9 nei giorni successivi).
Ed ecco che appaiono sullo schermo quei kanji che mai avrei pensato di poter usare nella vita:
死者 shisha, morti.
行方不明者 yukuefumeisha, dispersi.
負傷者 fushousha, feriti.
Unità 6 del libro del terzo anno. Mi sono lamentata tantissimo quando ho dovuto studiarli. Mi chiedevo a che pro dovessi impararmi certe parole... perché le ritenessero così fondamentali nel lessico di kanji di uno studente... Ora credo che non me le dimenticherò mai più. Si susseguivano sullo schermo in loop infinito. Con dati divisi per ogni prefettura. Impossibile fare una stima del totale. Forse una mossa per non scatenare il panico nella gente? Ogni tanto però trasmettevano i totali...
E io ero lì accovacciata sul mio futon.
Sola.
Senza la possibilità di contattare Maddalena e senza sapere dove fosse e come stesse.
Il grafico con la cartina del Giappone che evidenziava le zone a rischio tsunami lampeggiava sullo schermo.
I giornalisti bardati con elmetti parlavano. Il numero di 死者 e 行方不明者 saliva.
Le scosse continuavano. Di intensità sempre diversa e non accennavano a fermarsi. Ho passato la giornata attaccata a Facebook e a Skype con amici e parenti. Poi finalmente hanno ripristinato le linee telefoniche e sono riuscita a contattare Maddalena. Non poteva rientrare a casa perché i mezzi erano tutti fermi. Lei e molti altri hanno passato la notte a scuola. Io l'ho passata sveglia attaccata a Skype. Troppo rischioso addormentarsi. Tra l'altro era una cosa un po' difficile da attuare con tutte le scosse che si sono susseguite. Non ringrazierò mai abbastanza chi mi ha tenuta sveglia tra mail, skype e facebook. Almeno ho mantenuto la lucidità a differenza di tanti altri italiani che sono andati nel panico più totale.
Andrò avanti in un altro momento, probabilmente pubblicherò la seconda parte domenica sera...

Profile

lycchy: (Default)
lycchy

September 2017

S M T W T F S
     12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930

Most Popular Tags

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Oct. 2nd, 2025 03:15 am
Powered by Dreamwidth Studios